
Il presidente Barack Obama firma la nuova riforma sanitaria
WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno da oggi un nuovo sistema sanitario, e nelle aule di giustizia è già cominciata la battaglia per boicottarlo. Il presidente Barack Obama ha firmato oggi alla Casa Bianca la legge approvata di stretta misura dalla Camera dei rappresentanti domenica sera. E subito dopo i procuratori generali di 13 stati americani hanno avviato un procedimento legale affinché il governo federale blocchi la riforma in quanto anti-costituzionale. Gli esperti sostengono che questa azione è destinata a fallire in quanto la costituzione americana stabilisce che le leggi federali soppiantano le leggi dei singoli Stati. Ma di certo il tema della costituzionalità della riforma è destinato ad alimentare il dibattito politico fino alle elezioni di mid-term, a novembre. Qui i repubblicani sperano di giocare la carta dell'impopolarità della riforma in ampie fasce della popolazione per rovesciare gli equilibri al Congresso.
La firma. "Abbiamo appena assicurato il principio fondamentale che tutti possano avere una sicurezza di base quando si tratta della salute", ha detto Obama in una cerimonia nella East Room della Casa Bianca alla presenza dei deputati democratici, guidati dalla speaker Nancy Pelosi riconosciuta come la vera artefice della vittoria parlamentare, che applaudivano e approvavano sonoramente. La legge estende la copertura sanitaria a 32 milioni di americani, espande i programmi di assistenza del governo per i più poveri, aumenta il carico fiscale per i più ricchi e vieta alle compagnie assicurative alcune pratiche discriminatorie, come la possibilità di rifiutare una polizza a persone che abbiano problemi di salute pregressi. Indicando l'avvio di "una nuova stagione" il presidente americano ha voluto sottolineare la coincidenza tra "l'approvazione della riforma da parte del Congresso e l'inizio della primavera. "La legge alla mia firma -ha aggiunto- metterà in moto riforme per le quali hanno lottato generazioni di americani".
La battaglia legale. Gli Stati "ribelli" (Florida, South Carolina, Nebraska, Texas, Michigan, Utah, Pennsylvania, Alabama, South Dakota, Louisiana, Idaho, Washington e Colorado) sono guidati dal procuratore generale della Florida Bill Mccollum. Tutti i procuratori generali, tranne uno, sono repubblicani. Gli Stati sostengono che la legge pone un vincolo fiscale insostenibile ai bilanci statali già sofferenti, con un'estensione del programma Medicaid che è gestito a livello statale. La riforma, sostengono i procuratori nel loro ricorso, limita la libertà degli individui che vivono in questi Stati perché impone che tutti i cittadini o residenti legali negli Stati Uniti abbiano una copertura sanitaria o paghino una penalità fiscale.
La firma. "Abbiamo appena assicurato il principio fondamentale che tutti possano avere una sicurezza di base quando si tratta della salute", ha detto Obama in una cerimonia nella East Room della Casa Bianca alla presenza dei deputati democratici, guidati dalla speaker Nancy Pelosi riconosciuta come la vera artefice della vittoria parlamentare, che applaudivano e approvavano sonoramente. La legge estende la copertura sanitaria a 32 milioni di americani, espande i programmi di assistenza del governo per i più poveri, aumenta il carico fiscale per i più ricchi e vieta alle compagnie assicurative alcune pratiche discriminatorie, come la possibilità di rifiutare una polizza a persone che abbiano problemi di salute pregressi. Indicando l'avvio di "una nuova stagione" il presidente americano ha voluto sottolineare la coincidenza tra "l'approvazione della riforma da parte del Congresso e l'inizio della primavera. "La legge alla mia firma -ha aggiunto- metterà in moto riforme per le quali hanno lottato generazioni di americani".
La battaglia legale. Gli Stati "ribelli" (Florida, South Carolina, Nebraska, Texas, Michigan, Utah, Pennsylvania, Alabama, South Dakota, Louisiana, Idaho, Washington e Colorado) sono guidati dal procuratore generale della Florida Bill Mccollum. Tutti i procuratori generali, tranne uno, sono repubblicani. Gli Stati sostengono che la legge pone un vincolo fiscale insostenibile ai bilanci statali già sofferenti, con un'estensione del programma Medicaid che è gestito a livello statale. La riforma, sostengono i procuratori nel loro ricorso, limita la libertà degli individui che vivono in questi Stati perché impone che tutti i cittadini o residenti legali negli Stati Uniti abbiano una copertura sanitaria o paghino una penalità fiscale.
fonte:repubblica
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